Stiamo attraversando tempi straordinari, ossia fuori dall’ordinario. Il pianeta Terra sta ascendendo. Questo è tutto fuorché ordinario.
Il velo che esiste tra la nostra realtà e i piani sottili si sta assottigliando anche grazie al nostro progetto e ai passi collettivi fatti in avanti verso l’evoluzione. I vecchi principi, i vecchi processi non funzionano più, tutto si abbatte su se stesso. Mentre il vecchio muore, il nuovo avanza anche se non è ancora del tutto rivelato.
Stiamo cominciando a sperimentare un’incredibile fusione tra spiritualità e scienza. La fisica e la metafisica si stanno riunendo come una sola cosa.
Per l’arte sta avvenendo lo stesso fenomeno, l’artista deve riprendersi la vera missione di fare Arte, essere il tramite tra Terra e Cielo a contatto con lo Spirito perché la bellezza torni con la sua più alta frequenza e faccia vibrare il fruitore dell’opera per contribuire all’ innalzamento della Coscienza Umana e Planetaria.
Il simbolo, o meglio l’arte che permette di costruire il simbolo, ha la capacità di trasmettere questo concetto perché può svelare la potenza e la verità che intuiamo celata negli enigmi della vita. Il vero simbolo è quindi portatore di energie fondanti la nostra manifestazione.
Vorrei un recupero dell’idea artistica come comunione a metà strada tra l’indefinibile spirituale e il finito percettibile, questa nuova unione la possiamo ritrovare, da un lato nella ricerca simbolica e dall’altro, nelle tesi della fisica quantistica.
Einstein sosteneva: Voglio sapere in che modo Dio ha creato l’universo. Non mi interessa questo fenomeno o quest’altro, questo elemento o quest’altro. Voglio conoscere il pensiero di Dio.
Siamo simultaneamente l’artista e l’opera d’arte in questo nuovo mondo quantico, non vi è separazione; siamo la tela, l’artista e contemporaneamente gli strumenti usati. La parola osservatore deve essere sostituita dalla parola partecipatore.
Questo universo multidimensionale è unificato, collegato anche se con modalità non sempre evidenti e non subisce i condizionamenti dello spazio-tempo.
Le più antiche tradizioni ci ricordano che qualche cosa di infinitamente grande governa l’universo e che esiste un linguaggio capace di parlare a questa Matrix, non è un linguaggio fatto di parole, né di segni comunicativi, ma il linguaggio delle emozioni, o meglio dei sentimenti che porta inevitabilmente a essere connessi con il tutto, siamo, insieme a questa grande energia co-creatori di vita. In un ologramma ciascuna parte di quel fenomeno rispecchia l’intero, non c’è un passaggio temporale o spaziale, la rete universale della coscienza olografica promette che nell’istante in cui creiamo aspettative esse sono già a destinazione, l’energia rappresentata dalle emozioni del donatore non deve andare da un punto A ad un punto B, perché è già presente ovunque. Una piccola alterazione in un preciso luogo sembra cambiare tutto il paradigma, un piccolo cambiamento può fare la differenza ovunque.
Ogni artista che si renda conto della propria missione è un pontifex, un creatore di ponti tra cielo e terra e fra terra e cielo. Attraverso le nostre opere artistiche gli impulsi spirituali cosmici, le grandi forme pensiero, i grandi sentimenti divini diventano umani.
E giunto il tempo e il dovere per l’arte e gli artisti di recuperare questo sentire.
E’ la fisica non la metafisica, che ci ricorda le teorie dei nostri antichi filosofi che ci dicevano che qualche cosa di grande governa tutte le leggi esistenti. Loro la sentivano e non la capivano, noi abbiamo smesso di sentire, ma cominciamo a capire. Si può dedurre che l’universo è senziente, vivo, e che la vita, e con essa l’apparato psichico, sia un sistema molto più sofisticato di un sistema quantico: è sistema ontologico.
Da descrizioni biochimiche sappiamo come il Dna agisce, ma non sappiamo nulla della fisica che si cela dietro tale processo. Conosciamo il 3% del Dna, il restante 97% è poco conosciuto e considerato fino a poco tempo fa inutile. Si sta scoprendo che la parte considerata spazzatura sarebbe basilare per la trasmissione di informazioni all’interno delle cellule. Il Dna sarebbe in grado di agganciarsi ad un programma olografico trasmettendolo dal livello elettrodinamico a quello molecolare. Il Dna è dove Dio e l’uomo si incontrano, dove il quantico e il non quantico si fondono, dove vibra l’essenza della verità. Fisica e spiritualità nel Dna si uniscono. Il Dna, trovandosi nella 3D è l’unica struttura per la maggior parte multidimensionale che si cela in un guscio chimico.
La coscienza è un processo che sta al confine tra il mondo classico e il mondo quantistico. La coscienza non ha origine nel cervello, ma in un mondo assoluto, il mondo delle idee di Platone che riguardano la bellezza, i valori estetici, i sentimenti più sublimi, accumunati nell’universo per essere percepiti da essa. Tutto questo, da sempre viene rappresentato dall’umanità in un solo modo, con il simbolo che racchiude tutti i numeri dei codici della vita, rappresentati nelle proporzioni matematiche dell’architettura, nei miti, nelle vibrazioni delle ottave musicali, nelle leggi della fisica quantica, nelle leggi astronomiche, nelle antiche lingue, nelle formule matematiche e nell’essenza del concetto.
La conoscenza innata, o del cuore e la conoscenza celebrale, capace di materializzare l’idea portano ad una sintesi fondata su una facoltà divina presente nell’uomo. Diventa quindi un mondo che non ha a che fare con il come delle cose ma il perché, anche se la comprensione passa attraverso l’intendimento ovvero una conoscenza a priori che non ha a che fare con l’intelletto o i sensi.
Ciò che è in alto è come ciò che sta in basso.
L’idea della nuova arte è che l’arte simbolica/concettuale parli dal profondo e si fondi sulla conoscenza lunare, intuitiva, a differenza dell’arte ordinaria e offra all’osservatore un’immagine coerente e completa del contenuto e del significato dell’opera. La rappresentazione simbolica colloca il significato al di fuori dallo spazio e dal tempo, così facendo si circoscrive l’idea, non la si nomina.
Potrebbe essere il vero fondamento del cosiddetto oro spirituale degli alchimisti. Un processo di trasmutazione delle proprie sensazioni in sostanze molto più fini e preziose: i concetti e le concezioni, a questo punto potremmo dire il vero sangue vitale della creazione.
Come può un Dio multidimensionale parlare a un essere umano che vive in una dimensione a un digit? O come può un essere umano parlare di Dio? La risposta è: tramite il simbolo che è energia viva allo stato puro, ciò che gli Antichi chiamavano l’intelligenza del cuore, ora compresa anche dalla fisica quantistica.
A che cosa servirebbe questa ricerca se non fosse la chiave di una scienza ulteriormente applicabile alla nostra vita e ancor più alla nostra sopravvivenza?